In merito al piano di pedonalizzazioni annunciato stamane dal Comune di Catania, riceviamo e pubblichiamo la nota di Legambiente Catania:
No alla propaganda. Cosa vuole fare l’amministrazione comunale per la mobilità sostenibile?
L'”imponente progetto di pedonalizzazione”, così come è stato definito dal Comune di Catania, secondo il circolo Legambiente di Catania è piuttosto un censimento e una riorganizzazione delle aree pedonali e delle Ztl già presenti, almeno sulla carta, in città.
Infatti, consultando l’elenco di strade che secondo l’amministrazione rientrano nel piano di pedonalizzazione, ci sono pochissime differenze rispetto la situazione attuale: di fatto solamente piazza Dante, parzialmente, e un tratto di via Garibaldi saranno inibite al transito, peraltro senza che venga detto in che tempi e con che modalità. Sembra solo un annuncio generale, privo di specificità.
Tra l’altro, il controllo sul rispetto delle isole pedonali esistenti, a cominciare da via Crociferi e via Etnea, è praticamente nullo. Basti vedere cosa accade il sabato sera con auto parcheggiate ovunque.
Quindi non accettiamo i toni trionfalistici e propagandistici dell’amministrazione comunale.
Ci sembra, piuttosto, che il progetto sbandierato sia solo un modo per dimostrare in sede di Conferenza della Mobilità Sostenibile, che si terrà domani a Palazzo degli Elefanti, per dimostrare che il Comune stia facendo qualcosa sulla mobilità sostenibile.
Purtroppo i fatti parlano chiaro e dicono che sono più i passi indietro che non quelli in avanti quelli mossi dalla Giunta Pogliese.
Cogliamo l’occasione per porre alcune domande all’amministrazione comunale:
1) perché la città di Catania è l’unica città che non ha nemmeno avviato l’iter per il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile?
2) perché non si mette mano ad un piano della sosta che differenzi le tariffe al fine di disincentivare l’utilizzo del mezzo privato in centro storico?
3) perché via Dusmet, che era stata pedonalizzata dalla precedente amministrazione, è stata invece di fatto aperta al transito e perché piazze che invece meriterebbero più dignità e una riorganizzazione dello spazio a favore della mobilità sostenibile non sono state incluse in questo piano?
4) ci chiediamo anche a che punto sia l’iter per il bando di gara per i nuovi BRT e se corriamo il rischio di perdere questi fondi visto che non li stiamo utilizzando;
5) ci chiediamo perché da anni non si utilizzi più il sistema “Street Control”, l’unico in grado di garantire una lotta alla sosta selvaggia;
6) perché mettere in atto alcuni interventi, come l’eliminazione delle isole spartitraffico al Corso delle Province, che contraddicono il Piano Generale del Traffico Urbano mettendo conseguentemente in secondo piano la sicurezza stradale e incentivando, anzi, la sosta su strada?
In sintesi, vorremmo sapere cosa vuole fare davvero e seriamente l’amministrazione comunale della mobilità catanese per raggiungere quegli obiettivi di “aumentare la vivibilità per cittadini e turisti, esaltare le bellezze monumentali del cuore barocco della nostra città e tutelare la sostenibilità ambientale” che, almeno, per il momento sono chiari solo nelle parole del sindaco ma non nei fatti.
Foto di copertina di Salvatore Torregrossa: automobili e motorini in sosta selvaggia in via Dusmet, a ridosso del mercato storico della Pescheria
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